Gli eventuali errori grammaticali nell’intervista ci sono perchè abbiamo deciso di scriverla trascrivendola parola per parola, quindi sono volontari.
Emma: Noi siamo la classe 2° del liceo Duca d’Aosta di Padova, io sono Emma Pegolini, poi ci sono Alessia Caramelli, Annachiara, Davide e Gloria. Noi siamo qua per il progetto Fontana per quanto riguarda le migrazioni e siamo qui ad intervistare la professoressa Eminè. Intanto volevamo chiederle dove è nata.
Eminè: A Buenos Aires, in Argentina, dove è nato Papa Francesco, come sapete, anzi quasi nello stesso quartiere, allora quando è stato proclamato Papa io ero la più felice di questo mondo perché è Papa Francesco, che mi ha donato questo crocifisso, e allora tecnicamente siamo vicini come nascita e la mia madre lingua, lo spagnolo, più che altro Castigliano, perché è un po’ uno spagnolo dialettale, ecco, quindi sono nata proprio nel quartiere di Papa Francesco
Emma: Per quanto tempo ha vissuto in Argentina?
Eminè: Ho fatto le scuole elementari, sono cresciuta li, e siccome praticamente lo spagnolo e l’italiano sono quasi simili, anche se non lo sono, allora sono venuta a Padova per merito di Sant’Antonio, no, per una borsa di studio. Ma anche per merito di Sant’Antonio perché i frati di Sant’Antonio mi hanno un po’ aiutato, dato una spalla, ma devo tutto a loro quello che sono. Ecco il discorso della lingua che lo spagnolo e l’italiano io non ho fatto difficoltà a imparare l’italiano perché dallo spagnolo all’italiano non cambia molto, anzi il dialetto veneto l’ho capito subito, perché ci sono tante parole che somigliano al Castigliano. Quindi appunto non ho fatto fatica. Poi in Argentina, come sapete, c’è stato il contrario, ovvero l’emigrazione degli italiani in Argentina quindi li moltissime famiglie, tra cui anche quelle del nostro condominio, erano italiani, più dal Friuli, e quindi siamo un po’ cresciuti con l’italiano, e io l’italiano ce lo avevo già dentro in testa. E’ stata una continuazione dall’Argentina passare in Italia, quindi forse non ho avuto i problemi, come ad esempio i rumeni, che spesso seguo, ed hanno una lingua latina ma differente e quindi hanno difficoltà, ma io non ne ho avute. Poi qui ho studiato medicina. Per la cittadinanza siccome c’è un rapporto Argentina-Italia si fa la doppia cittadinanza, per esempio se voi foste andati in Argentina avreste avuto poi la cittadinanza argentina oltre che italiana, quindi nessuna difficoltà neanche con quello. E’ stato appunto un proseguire, una strada continua. Io qui a Padova vivevo e vivo come sono nata e cresciuta, ecco perché dico che sono padovana, cioè voi avete un prototipo di immigrazione tutto al contrario, invece di tanti altri che vedo, ad esempio con i rumeni, che conosco perché seguo la chiesa del Beato Pellegrino, e accolgono le badanti e loro si che hanno problemi di integrazione, e quindi addirittura loro vogliono la loro chiesa, le loro abitudini perché hanno una cultura diversa, mentre la mia è uguale a questa. Quindi per me non c’è stato uno scontro di culture che può esserci invece per un marocchino, un africano.
Emma: Mi hanno detto che lei è stata anche in Turchia per un po’ di tempo.
Eminè: Si, ma per poco. E li si, c’è una cultura molto diversa. Li ho mio fratello, ecco perché vado avanti e indietro, perché lui ha sposato una turca ed ha avuto dei figli, allora vado a trovarlo spesso perché è l’unica persona che ho della mia famiglia, però la mia famiglia è qui a Padova con i miei amici e la mia attività, la Chiesa.
Emma: Il viaggio com è stato? È stato difficile arrivare?
Eminè: No, ho sempre preso l’aereo.
Emma: E per quanto riguarda la casa, il lavoro?
Eminè: No perché avevo sempre la mia famiglia dei frati di Sant’Antonio. La mia prima casa è stata la casa del Pellegrino, vicino al Santo, e dopo ho vissuto anche con un’altra amica, però non è stato un problema neanche per l’abitazione. Io continuo a dire di essere molto devota a Sant’Antonio perché ogni volta che facevo l’esame di medicina andavo a Sant’Antonio e pregavo e mi è andata sempre bene.
Emma: Lei ha riscontrato più differenze tra Argentina e Italia, Argentina e Turchia o Turchia e Italia?
Eminè: Sinceramente negli ultimi anni, diciamo vent’anni, c’è una corrente di globalizzazione, per cui se voi andate a Istanbul vedete un paese più europeo alla fine perché almeno una parte di Istanbul è europea, li trovate tutte le vostre firme, Armani, Gucci, Calzedonia, tutto, è come se si viveste in Europa. Poi c’è una parte diciamo antica, però in fin dei conti con questa nuova ondata di globalizzazione non è che ci sia tanta differenza. C’è la differenza invece della lingua, perché la lingua turca io ho fatto molta difficoltà a impararla, mentre l’italiano non era un problema, il turco è stato pesante come lezione perché è tutta un’altra lingua, è completamente diversa, e tuttora la parlo con molta difficoltà, li si che divento tra virgolette un’emigrata.
Emma: E ora qui in Italia come si trova?
Eminè: Ora? Io sono quasi nata qui! La mia vita è passata qui.
Emma: E di primo impatto come le è sembrata?
Eminè: Sempre benissimo, come ho detto mi è sembrata la continuazione della mia vita in Argentina, di Buenos Aires.
Emma: Che lavoro fa?
Eminè: Io sono in pensione ma tuttora continuo a fare ricerca, perché quello che mi è sempre piaciuto fare è studiare, studierei anche il cinese pur di continuare a studiare, tanto è vero che studio ancora l’organo. La mia attività fuori da quella in ospedale è quella di suonare l’organo e cantare nel coro del Duomo.
Alessia: Che tipo di ricerche fa qui?
Eminè: Ricerche sugli anziani, nutrizione per gli anziani, perché ho studiato scienze dell’alimentazione, e quindi mi occupo di diete per gli anziani.
Emma: Com’era la vita in Argentina?
Eminè: Buenos Aires quando sono nata io era uno dei paesi più ricchi del sud America. Quindi sono nata e cresciuta in un ambiente americano, tipo New York, avevamo tutto, era molto bello. Quindi la vita a Buenos Aires rispecchia un po’ quella mia di adesso in Italia, solo che dopo in Argentina ha avuto i suoi guai, e quindi purtroppo è andata male, c’è stata la crisi e sta cercando di riprendesi, però purtroppo non è più come prima. Però se andate a Buenos Aires vedete una città europea, non è una città del sud America come può essere ad esempio il Venezuela. E’ una città che rispecchia l’Europa, infatti la chiamano la Firenze del sud America. Questo anche perché c’è stata una forte immigrazione dall’Europa, prima degli spagnoli dopo degli italiani, infatti se prendete l’elenco telefonico i cognomi sono più che altro italiani, spagnoli, ma c’è stata anche un’influenza inglese.
Emma: La cosa che preferiva dell’Argentina?
Eminè: Tutto, perché ci sono nata, però qui non mi manca niente, e soprattutto adesso con Papa Francesco mi fa ricordare molto Buenos Aires. Però non sento una grande nostalgia, sento piuttosto nostalgia di Padova quando vado a trovare mio fratello.
Emma: E una cosa che preferisce dell’Italia in generale?
Eminè: Tutto, la cultura, le bellezze. Proprio tutto. Non so cosa non mi piaccia.
Annachiara: E’ sempre rimasta qui a Padova?
Eminè: Si si, sempre a Padova. Non mi sono mai mossa e mai mi muoverò.
Alessia: A che età ha affrontato il viaggio dall’Argentina?
Eminè: Ho fatto le scuole, dopo ho fatto il liceo italiano, e sono venuta qui a studiare medicina.
Emma: E suo fratello è rimasto in Turchia giusto?
Eminè: Io non sono rimasta in Turchia perché la mia vita era qua, però vado si su e giù a trovare mio fratello, che è l’unica persona che ho ancora e che è sposato. Ci sono tra l’altro appena stata, anche con tutti i problemi che ha attualmente la Turchia, però devo andare, non ci vado mica come turista.
Alessia: Suo fratello è mai venuto qui in Italia?
Eminè: Si si, anche mia cognata e i miei nipoti.
Emma: In Turchia, soprattutto negli ultimi tempi, ha trovato un cambiamento da quando è andata per la prima volta?
Eminè: E’ in continua evoluzione, perché lì da una parte tira l’Europa, perché è un posto molto strategico. Adesso è un periodo un po’ brutto, ma quando passerà vi consiglio di visitare la Turchia, soprattutto Istanbul, che è bellissima.
Alessia: E invece in Italia, da quando è venuta qui ad adesso, vede cambiamenti?
Eminè: Io ho vissuto sempre nel centro storico di Padova, e credo che l’Italia sia un paese basato sulla sua storia, da quando sono venuta qui ad ora c’è sicuramente più movimento, perché adesso è una città turistica, prima era solo una città universitaria. Adesso c’è quindi più animo, ed è meglio adesso.
Alessia: Ci hanno detto che lei aiuta dei migranti, cosa fa esattamente?
Eminè: Al Beato Pellegrino venivano dei rumeni e delle rumene, che sono di religione cattolica, e avevano bisogno della Chiesa, così il vescovo gli aveva dato il Beato Pellegrino. Li per anni ho seguito insieme a una suora queste donne rumene che venivano ad imparare a fare le badanti, infatti con la clinica facciamo un corso per aiutarle, per insegnarle come assistere gli anziani. Anche perché loro hanno dei problemi ad adattarsi alla cultura italiana, perché la loro è diversa, e anche con la lingua. Purtroppo però a ottobre è stata chiusa la Chiesa per inagibilità e quindi non va più nessuno.
Emma: Quindi ora c’è molta più difficoltà ad integrarsi, rispetto a una volta?
Eminè: Si, sicuramente. Loro erano molto felici nella loro Chiesa, in un contesto tutto loro, ma ora sono dispersi perché non hanno nulla. L’unica è la chiesa del Tempio della Pace, quella alla stazione, che raccoglie tutti i migranti, e Don Elia che li aiuta e li segue. In quei casi si sono problemi, perché non trovano lavoro, prima facevano il corso per diventare badanti gli immigrati, ora vengono gli italiani, perché preferiscono seguire loro i propri familiari e non le assistenti sociali.
Tutti: Grazie mille.
Emma, Alessia, Annachiara, Davide, Gloria