Noi ragazzi della classe 4AT dell’I.P.S.S.A.R. Pietro d’Abano, ci siamo recati assieme ad alcuni Professori, al ristorante Africa Experience di Venezia (Indirizzo: Calle Lunga S. Barnaba, 2722, 30123 Venezia / Sito web: http://africaexperience.eu/?lang=it), un ristorante gestito da persone immigrate in Italia, provenienti da diversi paesi dell’Africa, che portano con sè una propria storia e una propria cultura. Qui, abbiamo degustato alcuni piatti tipici africani e abbiamo intervistato una ragazza che lavora come cameriera al ristorante.
Alexandru: Allora, come ti avranno spiegato i miei compagni,insomma, questa è… insomma… noi siamo venuti qua per fare… non solamente per mangiare, ma anche per fare un’intervista, perchè stiamo affrontando un progetto, e… ecco… se tu hai piacere di rispondere alle nostre domande, che alla fine non è un’interrogazione… è una chiacchierata… tranquillamente… va bene?
Mandana: Va bene, va bene.
Alexandru: Allora, ci siamo preparati un po’ di domande…
Mandana: Si.
Alexandru: Allora, prima di tutto, ovviamente, come ti chiami?
Mandana: Ok. Prima di ogni cosa io devo dire che non parlo italiano benissimo.
Alexandru: Vai tranquilla, anche noi qua non parliamo l’italiano benissimo.
Prof. de Saraca: Neanche loro lo parlano bene!
Mandana: Io sono Mandana, mio nome è Mandana e mio cognome Nadimi.
Alexandru: Nadimi con la N giusto?
Mandana: Si.
Alexandru: E’ corretto?
Mandana: Si.
Alexandru: Da dove provieni? Descriviti un po’, come preferisci
Mandana: Ah ok. Io vengo dall’Iran, sono persiana, ovviamente, sono venuta qua, quasi, quattro anni e mezzo fa, ho fatto Dottorato di Ricerca, in Scienze Ambientali, sono venuta a motivo di studio, e… ho vinto una borsa di studio da Filippine, poi ho scleto qua, perchè c’era anche mia sorella in Italia… dopo di… dopo che ho finito mio Dottorato, ho visto che… non lo so se queste cose sono giuste a dire o no…
Prof. de Saraca: Assolutamente!
Alexandru: Vai tranquilla.
Mandana: Dato che ho visto, non c’è lavoro… a me interessava stare qua in Italia, perchè mi piace, come cultura è molto vicino a nostro cultura… ho cercato lavoro per un anno, quasi un anno e mezzo, ma non c’è lavoro in Italia… ma guarda che io sono una Dottoressa, ma non c’è lavoro in Italia… allora ho pensato che, se posso fare un lavoro che così assumiamo le altre persone che hanno problemi, anche ovviamente sono i migranti che hanno più problemi rispetto agli italiani, possiamo creare un lavoro per loro… allora, io stavo cercando, studiando, su queste cose, che ho conosciuto Ahmed, mio suocero… poi, lui mi ha spiegato che hanno un progetto per aprire un ristorante africano, il progetto inizia così: le persone che sono venuti qua in Italia, con difficoltà, per vivere meglio, per motivi personali che hanno avuto, non lo so se era guerra, se era difficoltà di vivere… sociali… allora possono… sono passati da paesi diversi per arrivare qui, ma non in modo normale, ma per esempio, io sono venuta qua normalmente, con prendere il visto… ma loro dovevano fare viaggi lunghi e pericolosi… allora, in… un… ogni paese loro sono fermati… in questo modo… hanno imparato di cucinare a loro modo, in senso che hanno imparato qualche piatti, per esempio da Turchia, poi hanno inventato le cose che pensavano fa migliore quel piatto e… allora i piatti che adesso noi abbiamo, raccontano viaggi che hanno fatto loro… E’ chiaro?
Prof. de Saraca: Chiarissimo! Perfetto!
Alexandru: E si… tu come hai vissuto quando sei arrivata qui? C’é stata qualche incongruenza, magari anche con la popolazione italiana che sicuramente certi accettano gli stranieri e altri no… alla fine è un punto di vista… ecco… Tu come la vedi?
Mandana: Infatti…
Alexandru: Sei stata accettata, ecco?
Mandana: Si, i primi anni vedevo tutta gente molto gentile, sempre con sorriso, sempre comportavano bene… sinceramente non ho avuto problemi…
Alexandru: Bene bene… e…
Mandana: ma… dato che parlo con le persone che lavorano per noi, che sono di colore, sono africani, ho sentito che tanta gente, comportano male con loro… anche una volta, stavo andando al supermercato, con un nostro personale, e poi c’era una persona che ha cominciato a insultare a lui… e lui non ha fatto niente… veramente mi dava fastidio… era razzista diciamo… ma comunque in ogni paese ci sono.. si possono trovare persone che sono gentile e persone che veramente pensano in altro modo.
Alexandru: E… adesso ti farò una domanda, magari un po più intima ecco… la tua famiglia invece è ancora in Iran, oppure…
Mandana: La mia famiglia… ho una sorella, anche la mia sorella ha fatto Post-Dottorato in Nano Tecnologia a Pisa… adesso sta cercando lavoro e non trova niente, ma comunque, anche a lei interessa stare qua, e anche a me piacerebbe che miei genitori venissero qua a fianco di noi.
Alexandru: Ma quindi, loro sono… i tuoi genitori dico… sono qua?
Mandana: No… ma a me interessa di portarli qua.
Alexandru: Ecco… una domanda… quando ci siamo organizzati per fare le domande è uscita anche questa domanda che è: cos’è per te essere libero?
Mandana: In che senso?
Alexandru: Nel senso…
Mandana: Cosa vuol dire libertà?
Alexandru: Cos’è per te la libertà?
Mandana: Per me libertà significa che io posso pensare, vestire, in un modo che io scelgo, no che qualcuno mi sceglie e poi dice che devo fare così… Se non disturbo nessuno… se io non disturbo nessuno ma dev’essere sempre un limite… allora… questo per me è libertà…
Alexandru: Allora come essere libera di fare le tue scelte come tutti alla fine, giusto?
Mandana: Si…
Alexandru: Ragazzi, voi avete qualche domanda?
Alice: Io si… se c’è qualcosa che ti manca del tuo Paese?
Mandana: Cibo… ovviamente, parenti, famiglia e anche mio Paese.
Deline: E non hai mai pensato di andare via da qui, di andare all’estero, appunto per questo fatto del lavoro?
Mandana: Si… ho pensato tanto… e per quello stavo cercando quasi un anno no… poi… devo dire le cose più personali… adesso ho un fidanzato e per avere una vita stabile ho pensato che io devo creare un lavoro che così posso avere una vita più o meno stabile cosi poi posso fare quello che m’interessa, mi piace… purtroppo oggi così è, se tu studi quello che ti piace… ma dopo… non c’è neanche in mio Paese… oppure devi andare in America, Canada, per avere una vita migliore, ma dato che ho visto c’è troppa distanza di questi paesi con mio Paese… allora ho detto no.
Ines: Io ho una domanda… Ma è stato difficile realizzare il ristorante, c’è costruirlo? In cosa siete andati incontro insieme alle persone che vi hanno aiutato a costruirlo?
Mandana: Si, infatti era difficile, perchè maggior parte lavori che vedete hanno fatto i miei soci no… perchè io sono una ragazza e fare queste cose cose è un’abitudine no… e ma comunque ho aspettao per un anno e mezzo per aprire… diciamo… e fare tutto quello che serve… in Italia è molto difficle fare le cose ufficiali, diciamo, le cose che riguardano i documenti… devi aspettare tanto tempo…
Prof. de Saraca: La burocrazia è lentissima infatti… purtroppo
Alexandru: Che cosa, ecco, ti aspetti per il futuro, magari?
Mandana: Mmm… cosa aspetto in senso cosa voglio dal futuro?
Alexandru: Si, nel senso di… cosa ti proponi di fare…
Mandana: Eh… sinceramente mi piaceva lavorare su quell’argomento che avevo studiato, ma la vita sempre non ti porta quello che vuoi e qualche volta un po’ mi sento male, ok, perchè dico, per tanti anni ho studiato, adesso sono in un ristorante africano, ma da una parte mi da soddisfazione, nel senso che ok, abbiamo fatto questo, un lavoro, non solamente per me ma anche per ragazzi che veramente hanno avuto problemi… ma l’altra cosa che vi vorrei dire ragazzi, le persone che vengono da paesi, diciamo più bassi, se vedete qualche comportamento strano, in senso che se non comportano molto bene, se non sono aperti, il livello di società, oppure il tipo di famiglia che porta loro così, magari se noi possiamo aiutare loro, possiamo insegnare a loro, non è che dobbiamo scappare da loro sempre… molto difficile… troppo difficile… ma più o meno penso così possiamo aiutare a loro.
Ilaria: E com’è stato inizialmente il rapporto con i ragazzi di altre etnie che sono venuti a lavorare qui da te, con te?
Mandana: Per maschi, per uomini che arrivano da paesi con livello basso di economia, perchè tutte queste punti hanno effetto sul modo di pensare… per esempio se io dico una cosa a un uomo che lavora per noi, a lui molto difficile accettare, perchè io sono una donna, e comportano male, allora è un po’ pesante… ma comunque non so… ognuno di noi deve volere di sviluppare, se lui non vuole, io non posso aiutare e non posso mantenere questa persona.
Alexandru: E’ tutta una questione di mentalità alla fine…
Mandana. Infatti.
Ines: Quindi, visto che pensi come una persona aperta, in contrasto al tuo Paese di origine, significa che sono stati i tuoi genitori a crescerti in maniera aperta?
Mandana: Non so se voi sapete la storia dell’Iran ma, quasi 35 anni fa, c’è stata una rivoluzione islamica. Prima di avere questo governo islamico noi eravamo liberi come voi, e anche i miei genitori erano di quella generazione. Quindi io ero all’interno di una famiglia con mentalità aperta. E mia madre diceva che dovevo andare via in qualsiasi modo e che studiare migliora così puoi conoscere le altre culture e le altre persone. La vita non è quello che siamo come se noi fossimo all’interno di un quadro.
Alexandru: Dunque neanche i tuoi genitori ti hanno imposto un certo tipo di persone, più che altro ragazzi. Non te lo hanno mai imposto giusto? Cioè, so che solitamente coloro che provengono da Paesi islamici, sono più chiusi e magari hanno delle restrizioni anche sul fatto di uscire con un ragazzo anche semplicemente per andare a mangiare un gelato o per fare una passeggiata.
Mandana: Per i miei genitori, queste cose, non sono dei problemi. Il problema è il governo. Per esempio, se noi facciamo un party, una festa, e ci sono maschi e donne insieme, poi arriva la polizia e arresta. Allora anche avere un rapporto è difficile, molto difficile. Oppure, per esempio, anche a scuola noi non siamo insieme. Nel senso che le donne hanno una scuola separata dai maschi. Poi solamente all’Università possiamo stare insieme. Ma pensate che, fino a quando non arrivi all’Università non puoi avere rapporti, cioè non puoi parlare con un ragazzo ed è veramente una cosa grave perché vengono anche problemi mentali, psicologici.
Ines: Io direi, cosa ci lasci come consiglio non solo per rapportarci con noi stessi ma anche con le persone di altre culture perché magari noi spesso abbiamo dei pregiudizi ma fino a quando non conosciamo esattamente una persona,non possiamo giudicarla.
Mandana: Non lo so, ma io dico, non è importante da dove vengo oppure la persona che lavora per me da dove viene. Secondo me, le informazioni possono essere sempre le cose che aiutano a svilupparti. Se tu vuoi veramente sviluppare la tua vita, io ti posso aiutare. Se sei iraniana o vieni dall’Africa, non importa. Ma se tu non vuoi e non hai prima informazioni, nel senso che puoi aprire il tuo cervello, non come i maschi che prima vi ho spiegato, noi possiamo aiutare e persone. Altrimenti, mi dispiace.
Prof.ssa de Saraca Emanuela, Prof.ssa Benvenuti Elisabetta, Prof.ssa Olivato Annalisa, Prof. Mazzacane Saverio, Beltrame Tanilla, Caldarella Sebastiano, Campagnaro Deborah, Caraus Julian, Frizzarin Giorgia, Gharbi Sassia, Martin Ilaria, Martinello Alice, Morello Angela, Ngane Ines, Nkandu Deline, Riondato Ilaria, Pezzato Miriam, Popovici Alexandru (classe 4AT).